Gli alberi piangono?


Da decenni uomini comuni e scienziati cercano le risposte; alcuni giurano che sì, le piante soffrono, gioiscono e possono provare stress. La verità, però, è che gli alberi non hanno nulla di simile a un cervello e quindi non possono provare alcun tipo di emozione positiva o negativa. Fanno però un mucchio di altre cose interessanti.


Gli alberi non piangono, non ridono, non ascoltano le nostre parole e non soffrono la solitudine. Nonostante tanti esperimenti fantasiosi che volevano dimostrare il contrario, la verità sembra essere questa. Le piante sono attraversate da impulsi elettrici a frequenze diverse, reagiscono agli stimoli ambientali e si adattano alle circostanze, ma lo fanno seguendo una serie di schemi preordinati evolutivamente e non hanno una coscienza.

Le nuove ricerche condotte nel 2019 dall’Università di Tel Aviv hanno dimostrato che le piante, se tagliate o private dell’acqua, “urlano”, cioè emettono frequenze tra i 20 e i 100 kilohertz che si possono estendere ad altre piante e organismi nelle immediate vicinanze. Questo però non dimostra nulla se non il già noto.

Nel 2018 Ikea ha lanciato una campagna pubblicitaria lodevole dal punto di vista umano: alcuni studenti hanno insultato una pianta; le loro offese sono state registrate e fatte ascoltare alla pianta stessa per un mese, mentre a un altra si facevano sentire lodi e complimenti. Beh, la pianta insultata, non si sa come, è appassita mentre la pianta vezzeggiata è rimasta verde e in salute. L’unico valore dell’esperimento è aver fatto comprendere ai ragazzini quanto male possa fare il bullismo. Per il resto, è decisamente improbabile che una pianta possa percepire gli insulti o le lodi.

Sono organismi diversi ed è sbagliato umanizzarli. Se tentiamo continuamente di farlo è perché sentiamo da millenni il loro enorme fascino e mistero.

Ma le piante fanno un mucchio di altre cose interessanti:

  • Comunicano: se c’è un pericolo nelle vicinanze, le piante si trasmettono il messaggio. Lo fanno attraverso le radici, attraversate da campi magnetici la cui più piccola variazione viene trasmessa alle radici vicine, come un segnale. La comunicazione avviene anche per via aerea: alcune specie, se danneggiate, rilasciano nell’aria l’acido jasmonico, una sostanza volatile che è in grado di far scattare leRiflettereinsieme difese anche nei vicini, non appena la captano nell’aria.
  • Non hanno gli occhi, ma “vedono”: è possibile trovare in rete dei video che mostrano piante di fagiolo che “vedono” un bastone posizionato a una certa distanza e si dirigono verso di lui. Le piante possono percepire le variazioni di luce e le forme semplici e questo, in qualche modo, funziona da equivalente della vista.
  • Non hanno le orecchie, ma “sentono”: avete mai sentito dire che alle piante piace la musica classica? In realtà loro non possono sentire la musica come noi la intendiamo, ma solo percepire le frequenze. Perciò, non è utile far ascoltare Bach all’Aloe che avete sul balcone, ma se produceste frequenze intorno ai 200 Hz lei le apprezzerebbe e cercherebbe di muoversi verso di loro: 200 Hz infatti è la frequenza dell’acqua che scorre.

Alcune piante sanno distinguere la differente frequenza nel ronzio di insetti impollinatori o di bruchi minacciosi, producendo veleno o al contrario aumentando i loro pollini.


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