Realisti o romantici?

Siete in perenne ricerca del grande amore ideale? Oppure, dopo le delusioni scatenate da passati amori finiti male, avete sviluppato un atteggiamento iper-razionale? A volte, anche il cosiddetto “sano realismo” può essere un atteggiamento limitante, come spiega acutamente Galimberti. Allora, che fare? Si può essere realisti e romantici allo stesso tempo?


In amore le persone tendono a dividersi tra realisti e romantici. Sono pochi coloro che per descriversi utilizzano un mix di queste categorie. Eppure, il giusto equilibrio tra realismo e romanticismo (cioè una relazione appassionata ma anche stabile) sembra essere il desiderio di molti: un desiderio difficile ma non impossibile da realizzare.


I realisti:

I realisti sono portati a costruire legami contraddistinti dall’accettazione: prendono l’altro per quello che è, non si impegnano per cambiarlo; stringono di preferenza relazioni stabili e non hanno bisogno di grandi prove d’amore o particolari avventure. La stabilità emotiva (importante da mantenere per non cadere in dubbi e ansie) e la monotonia sessuale finiscono per prevalere su tutte le componenti più inattese e vitali dell’amore.

Perciò, la loro vita amorosa tende ad essere prevedibile e senza intoppi ma un po’ fredda e noiosa.

Possono giungere a lamentarsi di questa noia, anche incolpando i partner, senza rendersi conto di quanto siano loro stessi a tenersela stretta come qualcosa di molto prezioso.

A proposito di realismo e sicurezza, ecco cosa ne pensa Umberto Galimberti:

«Il nostro desiderio di sicurezza e la nostra sete di passione ci spingono in direzioni opposte.

Qualsiasi eccitazione idealizzante, infatti, mette l’amante in pericolo, perché l’idealizzazione può non essere ricambiata, l’amore può non essere corrisposto.
[…]
Quando cerchiamo di assicurarci una certa stabilità degradando le idealizzazioni, diciamo di noi che siamo più saggi e ne sappiamo di più. Ma non è assolutamente certo che il terreno stabile che cerchiamo con il nostro “sano realismo” sia più reale delle idealizzazioni che incendiano le nostre passioni. In realtà quel terreno è solo selezionato per scopi diversi, di solito di natura difensiva, per eludere la delusione.»

Attenzione, quindi: a volte chi dice di esercitare un “sano realismo” lo fa solo per proteggersi, non perché questa razionale monotonia sia il suo desiderio.


I romantici:

I romantici, all’opposto dei realisti, sono perennemente in cerca della spontaneità e della sorpresa. Sono contraddistinti da un certo timore della noia e si sentono soffocare dalle abitudini e dalla stabilità: spesso questo sfocia in un rifiuto dei legami “seri”.

Sono guidati dalla ricerca del partner ideale e rifiutano di soffermarsi su chi non vi corrisponda: purtroppo questa aspirazione è spesso pura fantasia e l’atteggiamento del romantico inguaribile lo porta a rimanere solo.

Il romantico fatica ad accettare l’idea che un profondo amore possa coesistere con la spartizione dei compiti domestici, i piccoli litigi, la noia di una serata davanti alla televisione…


il “Realismo Romantico”

Un “realista romantico” dovrebbe tentare di accettare il flusso degli eventi e degli incontri che gli si presentano pur tenendo ben fissi davanti a sé i propri desideri e aspirazioni, senza accontentarsi.

Ha quindi delle buone competenze relazionali: cerca un partner che risponda ai propri desideri ma non tenta di cambiare le persone a cui si lega né si fa abbagliare dal concetto della relazione ideale.

È utile approfondire la conoscenza di se stessi esplorando il proprio carattere, razionale o romantico che sia, nonché riconoscere i propri eventuali desideri di evasione da queste maschere.

Il realista romantico è in grado di riconoscere pregi e difetti in se stesso e nella persona che ama, ma non li vive con un atteggiamento di rifiuto estremo o di accettazione passiva.

La vita di una coppia procede per auto-educazione reciproca, soprattutto perché gli stessi tratti che affascinano inizialmente (la grande fedeltà o la frizzante idealità) se molto accentuati possono essere motivo di conflitto più tardi.

È utile, anche se difficile, sperimentare atteggiamenti che all’apparenza non sembrano naturali: cercare occasioni per lasciarsi andare per i realisti, tentare di accettare i limiti dell’amore disimpegnato per i romantici.

Una mobilità continua tra i due poli può essere la chiave per trovare l’equilibrio tra stabilità ed emozione.

È difficile, ma bisogna permettersi di divertirsi, soprattutto in amore: sapendo che il “divertimento amoroso” può nascondersi anche dietro a una serata in panciolle davanti alla TV, se ben utilizzata.


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