La Ferita Emotiva di UMILIAZIONE

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Quando all’interno del nostro essere profondo si nasconde la ferita dell’umiliazione, di solito tenderemo ad impegnarci al massimo nei nostri progetti, sfoggiando le più alte capacità che abbiamo, per applicarle al lavoro che sceglieremo di svolgere. Nel possibile, sceglieremo lavori da eseguire in collaborazione con altre persone o insieme ad un gruppo di persone. Le nostre preferenze, dunque: andranno a posarsi su lavori pratici e artigianali che ci daranno la possibilità d’esprimere le nostre capacità, dando vita a qualcosa di concreto e visibile. Qualcosa che possa attirare l’attenzione degli altri.

Molto spesso la ferita dell’umiliazione ci porterà a provare vergogna e senso di inferiorità.

Può essere presente la tendenza a soddisfare prima di tutto le esigenze degli altri, invece di dare la precedenza alle nostre necessità.

L’empatia e l’ipersensibilità saranno le caratteristiche più visibili, che ci distingueranno da altre persone che non soffrono di questa ferita.

La maschera psicologica che viene indossata per negare la ferita dell’umiliazione è quella del “masochista”.

Archetipo del “masochista”

  • Corpo: grasso, tondo, non tanto alto, collo grosso e rigonfio.
  • Occhi: grandi, rotondi, spalancati e innocenti, come quelli di un bambino.
  • Vocabolario tipico: “essere degno e indegno”.
  • Carattere: non gli piace andare di fretta, spesso si vergogna di sé stesso e degli altri e ha strema paura che gli altri si vergognino di lui. Conosce le proprie necessità, ma non le ascolta. Si fa carico di troppe cose, fa del suo meglio per non essere libero, soffre di forti sensi di colpa e si auto-punisce. Vuole essere degno. Compensa e si gratifica con il cibo.
  • Massima paura: la libertà.
  • Alimentazione: gli piacciono gli alimenti grassi, può tendere alla bulimia, si vergogna di mangiare troppi dolci.

Dal Libro: LA LIBERTÀ DI ESSERE – 10 passi per conquistare l’amore e la felicità – Analìa Scarpone

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