La Ferita Emotiva di ABBANDONO

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Quando nell’interno del nostro essere abbiamo sviluppato la ferita dell’abbandono, difficilmente riusciremo a trascorrere troppo tempo da soli. Questo ci porterà ad essere sempre alla ricerca di compagnia, amicizie, oppure: a preferire la condivisione con un partner, relazione che spesso diventa difficile e dolorosa.

In altre parole, in presenza di una ferita d’abbandono, cercheremo la compagnia per evadere dalla solitudine e nello stesso tempo, evadere da sé stessi.

Quando è presente questa ferita nell’interno del nostro essere, soffriremo e temeremo talmente tanto la solitudine che preferiremo circondarci da numerose persone, anche senza condividere gli stessi interessi. Di solito: sentiremo una forte carenza d’affetto di cui, certe volte, non riusciremo a dare spiegazione né a sé stessi né tanto meno agli altri.

Tendenzialmente, ci preoccuperemo molto più del dovuto e con largo anticipo se veniamo a sapere che dovremo affrontare un evento problematico.

La ferita emotiva dell’abbandono ci porterà a scegliere obiettivi in comune ad altre persone, oppure: a preferire ideali da realizzare in gruppo o formando parte di associazioni che rispecchino le nostre scelte, ma non sempre le nostre preferenze.

In altre parole: quando soffriamo di una ferita emotiva d’abbandono cercheremo nel possibile di sentirci accettati dagli altri, e faremo in modo che questo senso d’accettazione perduri nel tempo. Questo tipo di ferita renderà necessario di sentirci stimolati e rassicurati costantemente, nella fissazione dei nostri ideali e interessi. Questi ideali e interessi saranno coltivati possibilmente, insieme ad altre persone.

La maschera psicologica che viene indossata per negare la ferita dell’abbandono è quella del “dipendente”.

Archetipo del “dipendente”

  • Corpo: allungato, sottile, ipotonico, floscio, gambe deboli, schiena curva, parti del corpo cadenti o flaccide.
  • Occhi: grandi, tristi, sguardo magnetico.
  • Vocabolario tipico: “assente”, “solo”, “non reggo”, “mi mangiano”, “mi stanno con il fiato sul collo”.
  • Carattere: succube, vittima dell’universo, empatico, bisogno costante di presenze e di sostegno, chiede continuamente consigli, ha difficoltà a sentirsi dire di no, si aggrappa fisicamente agli altri.
  • Massima paura: la solitudine.
  • Alimentazione: buona forchetta, può tendere alla bulimia.

Dal Libro: La Libertà di Essere – 10 passi per conquistare l’amore e la felicità – Analìa Scarpone

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