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I SETTE SPECCHI ESSENI

Relazioni Interpersonali


l'IO non è una cosa, ma è il creatore delle cose: per questo motivo IO non è il risultato di una attività creativa della mente, ma dell'abilità a percepire se stessi. Essere IO è un fatto di percezione: se questa abilità viene soffocata dalle emozioni negative tu non hai più la percezione di te.

Ognuno ha una sua verità, una strada da percorrere e un suo mondo da decifrare, ecco perché quando stiamo comunicando le nostre verità ad un’altra persona, in realtà stiamo parlando a noi stessi, stiamo mettendo in chiaro, seppur involontariamente, la nostra intima realtà.

I Sette Specchi Esseni ci permettono di comprendere gli aspetti nascosti della nostra personalità, aspetti poi, che appartengono alla parte più profonda di sé stessi e che spesso vengono nascosti perché ciò implica far fronte a verità dolorose di cui vogliamo sbarazzarci o dimenticare.

La spiegazione più semplice degli Specchi Esseni arriva da Greg Braden autore di best seller internazionali e rinomato pioniere nel tracciare un ponte tra scienza e spiritualità.

Teniamo in conto che se sbattiamo continuamente la testa invece di aprirla, continuiamo inevitabilmente a farci del male. La via più semplice per conquistare l’equilibrio e armonia interiore è la semplificazione, l’accettazione e il rispetto verso gli altri, visti come maestri, simboli, segnali, doni per cui ringraziare.

In un meccanismo di vita, che è perfetto così come si presenta, quello che vediamo come un evento o rapporto «imperfetto» ci dice che non riusciamo ad armonizzarci. Ogni incontro o scontro nasconde sempre un’occasione per l’auto-osservazione e quindi di crescita.

– Qual’è il miglior modo che abbiamo per decifrare il segnale che ci dà una persona entrando nella nostra vita?

– Rispecchiandoci in essa.

«L’immagine riflessa rimanda ciò che siamo e come vibriamo»

I concetti sul rispecchio delle nostre vibrazioni erano già chiari in tempi antichi, ma molto del materiale e della conoscenza che indicavano le strade per un percorso interiore è andato perduto o quel che è peggio: dimenticato.

La storia ci racconta di una scuola iniziatica, quella degli Esseni, i quali adottavano come tecnica di sviluppo dell’auto conoscenza, quella dei Sette Specchi.

I manoscritti da cui prendiamo spunto per osservare la chiave dei rapporti interpersonali, secondo la teoria dei Sette Specchi Esseni, sono stati portarti a nostra conoscenza e profondamente analizzati da Greg Braden.

Gli Specchi ci parlano della vita paragonandola ad un percorso con numerosi ostacoli. Questi ostacoli indicano come interpretare simbolicamente i nostri rapporti interpersonali e come il mondo esterno possa improvvisamente diventare una grande enciclopedia da consultare per conoscere meglio sé stessi.


  • Primo Specchio Esseno

«Il primo specchio esseno è quello della nostra presenza nel momento presente»

Questo specchio indica l’importanza della consapevolezza di essere vivi: avere un corpo, un cuore che batte e il respiro. Questa attenzione al nostro ritmo vitale ci introduce al lavoro interiore.

Considerando gli specchi esseni come un vero e proprio percorso verso la scoperta di sé stessi, questa prima tappa di ascolto e conoscenza del corpo è essenziale per svolgere il lavoro con i successivi Specchi.


  • Secondo Specchio Esseno

«Il secondo specchio esseno, ha una qualità simile alla precedente ma è un po’ più sottile. Anziché riflettere ciò che siamo, ci rimanda ciò che noi giudichiamo nel momento presente»


  • Terzo Specchio Esseno

«Attraverso la saggezza del terzo specchio ci viene chiesto di ammettere la possibilità che, nella nostra innocenza, noi rinunciamo a delle grosse parti di noi stessi in difesa al tentativo di sopravvivere alle esperienze della vita. Queste parti di noi, possono venir prese senza che ci rendiamo conto, o forse le perdiamo consapevolmente. Può anche essere che ci vengano portate via da coloro che hanno un potere su di noi»


  • Quarto Specchio Esseno

«Il grande mistero dei rapporti umani si fonda nell’osservazione e contemplazione profonda dell’altro e le sensazioni ed emozioni che scaturiscono all’interno di noi. Il quarto specchi esseno ci permette di osservare e contemplare noi stessi in uno stato di dipendenza e compulsione. Attraverso la dipendenza e compulsione, rinunciamo lentamente alle cose a cui crediamo amare di più. Cioè: mentre fluisce ciò che vogliamo, poco a poco, vediamo noi stessi lasciare le cose che più amiamo»


  • Quinto Specchio Esseno

«Il quinto specchio esseno, è forse il più potente in assoluto, perché ci permette di vedere meglio e più profondamente attraverso i rapporti con gli altri la ragione per cui abbiamo vissuto la nostra vita in un certo modo. Esso rappresenta lo specchio che ci mostra i nostri genitori nel corso della nostra interazione con loro. Attraverso questo specchio ci viene chiesto di ammettere la possibilità che le azioni dei nostri genitori verso di noi riflettano le nostre credenze e aspettative nei confronti di quello che potrebbe configurarsi come il più sacro rapporto che ci sia dato di conoscere sulla Terra e cioè il rapporto fra noi e la nostra Madre e il nostro Padre Celeste, vale a dire l’aspetto maschile e femminile del nostro creatore, in qualunque modo lo concepiamo»


  • Sesto Specchio Esseno

«Il sesto specchio esseno dei rapporti umani ha un nome abbastanza infausto, infatti gli antichi lo chiamarono l’Oscura notte dell’anima. Attraverso un’oscura notte dell’anima, ci viene ricordato che la vita tende verso l’equilibrio, che la natura tende verso l’equilibrio e che ci vuole un essere estremamente magistrale per bilanciare quell’equilibrio»


  • Settimo Specchio Esseno

«Il settimo specchio esseno è il più sottile e per alcuni versi, anche il più difficile da comprendere. È lo specchio che ci chiede di ammettere la possibilità che ciascuna esperienza di vita, a prescindere dai suoi risultati, è di per sé perfetta e naturale. A parte il fatto che si riesca o meno a raggiungere gli altri traguardi che sono stati stabiliti per noi da altri, siamo invitati a guardare i nostri successi nella vita senza paragonarli a niente. Senza usare riferimenti esterni di nessun genere»


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